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Tutto quello che c’è da scoprire sulla Deborah Compagnoni

La partenza della pista Deborah Compagnonidi Claudio Pea

Dalla cresta del Sobretta al Dosso Meralda: una pista da brividi – Domattina secondo training della discesa di Coppa del Mondo di Santa Caterina Valfurva – Nevicherà durante la prova cronometrata – Kjetil Jansrud col 17 di pettorale e Dominik Paris col 16

Siamo saliti, prima in cabinovia, poi sulla motoslitta, dove più in alto non si poteva. Ovvero sulla Cresta del Sobretta. Da dove la Deborah Compagnoni muove i primi passi verso valle. Un freddo cane: anche quindici gradi sotto lo zero. E soprattutto raffiche di vento a 50 chilometri all’ora e oltre. Per capirne di più di questa pista che è nuova di zecca per la Coppa del Mondo dei campioni dello sci. I quali, pure loro, battevano i denti da non dire. Anche perché la tenda ristoro nei pressi della partenza, a quota 2750, se l’era portata via nella notte il vento ed era volata giù nel crepaccio. Impossibile da essere recuperata persino dall’elicottero.

Una discesa da brividi vista da lassù. Quasi un salto nel vuoto come la Streiff di Kitzbuehel. Subito un salto tra le rocce al Crap del Ricc che è il soprannome della famiglia del Colonnello, il grande Tino Pietrogiovanna, cittì ai Mondiali della Valtellina nel 2005 e allenatore di Deborah. Alla quale vuole bene come a una figlia. Oggi direttore e architetto proprio della pista dedicata alla Compagnoni. Un tracciato quasi obbligato e scavato nella montagna: un mare di curve sino alla sopraelevata alla quale è stato dato il nome di Daytona da Hannes Trinkl, il direttore della Fis per le prove veloci, quando l’ha ispezionato ad ottobre e promosso a pieni voti. Il primo intertempo, poi il muro del Sobretta e i salti delle Reti e del Gallo. Il gallo Forcello che è specie rara nel meraviglioso Parco Nazionale dello Stelvio. In faccia al Gruppo Gran Zebrù senza neve perché lì batte sempre il sole. Sul versante del monte Sobretta invece il sole non si fa vedere nemmeno per le feste di Natale e la pista scivola giù che è un piacere per il Canalino verso il Piano di Plaghera, dove è fissato il secondo half time.

Altro che pista per femminucce. Questa di Santa Caterina è davvero proprio tosta e da prendere tutta con le molle anche quando, dopo la curva dello Skilift e la curva Gimondi, si tuffa nel bosco in Zona Fank (terzo intertempo). Alberto Dei Cas era un brillante ciclista soprannominato Gimondi “occhi rotondi” prima che un brutto incidente proprio sulla curva, oggi nominata Gimondi, sul finire degli anni ‘70 gli strappasse la vita, ma gli amici dell’Alta Valtellina non si sono dimenticati di lui e gli hanno dedicato quella curva dalla quale devi uscire con una buona velocità per affrontare al meglio la parte conclusiva della Deborah Compagnoni che tra salti e dossi arriva al traguardo di Meralda, sopra la Gondola Station.

Domattina gli uomini jet si sveglieranno con la neve. Stavolta non proprio benedetta. E nevicherà anche all’ora del secondo training della discesa di Santa Caterina Valfurva. Cioè sempre alle 11 e mezza. Il meteorologo nel corso della riunione dei capisquadra ha previsto “cinque barra dieci” centimetri di neve. Tino Pietrogiovanna invece solo uno. Vedremo domani chi avrà avuto ragione.

I magnifici sette della discesa scenderanno con questi numeri di pettorali: 17 Jansrud, 20 Mayer, 18 Reichelt, 16 Paris, 15 Ganong, 19 Kueng e 21 Clarey. Mentre gli altri dieci azzurri avranno questi numeri di partenza: 14 Fill, 22 Innerhofer (sempre che prenda il via), 25 Heel, 28 Varettoni, 59 Marsaglia, 61 Casse, 63 Pangrazzi, 65 Klotz, 67 Battilani e 72 Buzzi.

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