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E’ Svindal il re vichingo della Stelvio

Aksel Lund Svindal

Credits: Marco Andreola - www.flashphoto.it

L’asso norvegese vince la libera di Bormio confermandosi il leader incontrastato della Coppa del Mondo – Sul podio anche l’austriaco Hannes Reichelt e il canadese Erik Guay – Il migliore azzurro è stato l’altoatesino Christof Innerhofer, sesto, con un finale di gara davvero da fuoriclasse – Lusinghiero nono posto di Silvano Varettoni

di Beppe Gallo

BORMIO, 29 DICEMBRE 2013 – Io non sono Svindal, ha detto Christof Innerhofer. Lui va forte su tutte le nevi e su tutti i tracciati. E in tutte le specialità, tranne che in slalom, ci va da aggiungere, visto che il norvegese è l’attuale leader di Coppa del Mondo, con la bellezza di 195 punti di vantaggio su Marcel Hirscher, e ha tutte le carte in regola per vincere quest’anno la sua terza Coppa del Mondo generale a distanza di cinque anni dall’ultima. Che poi il funambolico Aksel Lund Svindal sia un fenomeno non c’è il minimo dubbio. Però l’Italjet si deve lo stesso coccolare l’altoatesino della Val d’Ultimo che anche oggi sulla Stelvio ha dimostrato tutto il suo grande valore tecnico nell’ultimo tratto di pista, tanto per capirci dalle casette dove partiranno gli slalom di recupero di Bormio del 5 e del 6 gennaio prossimi, dove è stato più veloce di tutti, anche del fuoriclasse vichingo. 

Quella di mezzogiorno non era la pista dura e ghiacciata che piace in generale agli azzurri, ma soprattutto a Christof Innerhofer. Che comunque è stato il migliore degli italiani con il sesto posto di giornata. E’ nevicato infatti abbondantemente per tutta la notte e gli organizzatori si sono fatti in quattro per rimuovere quei dieci venti centimetri di neve che si erano accumulati sulla pista. Un ritardo di una sola mezzora, giusto il tempo perché tra i monti della Valtellina tornasse il sereno e facesse addirittura capolino il sole quando sono scesi gli ultimi concorrenti. In queste condizioni Bode Miller, che era tra i favoriti, è stato un mezzo disastro: addirittura trentacinquesimo sotto gli occhi della moglie pure lei sconsolata. Con questa neve invece è andato a nozze Erik Guay, il canadese che si era già imposto la settimana scorsa in Val Gardena e che avrebbe al cento per cento vinto anche la discesa di Bormio se non avesse pasticciato da non dire dove invece Innerhofer è volato come un missile. Si è dovuto invece accontentare del terzo gradino del podio preceduto pure dall’austriaco Hannes Reichelt che sulla Stelvio si era già imposto nello scorso inverno pari merito a Dominik Paris.

E’ stata quella di oggi, 29 dicembre, la venticinquesima vittoria di Coppa del Mondo del campione olimpico di superG e mondiale di discesa. Che però qui a Bormio non aveva ancora vinto. A dimostrazione che per Svindal questo inizio di stagione è davvero straordinario. Il norvegese infatti nelle quattro libere sinora disputate se non ha vinto, come a Beaver Creek, è arrivato quarto a Lake Louise e quarto in Val Gardena, dove comunque è stato il dominatore dei due superG. Continuando a dare i numeri per spiegare il valore dell’asso dei fiordi è stato quello odierno il suo ottavo successo in una libera di Coppa del Mondo. Hirscher è avvisato: o colleziona anche lui una vittoria dopo l’altra in speciale e in gigante oppure si rassegna già adesso a passare il suo scettro a Svindal.

Balza all’occhio il cinquantacinquesimo tempo ottenuto da Christof Innerhofer nel primo mezzo minuto di gara. E dunque i casi sono due: o dalla Rocca sino al Pian dell’Orso, che precede la Carcentina, non si vedeva quasi niente, come sostiene lo sfortunatissimo Peter Fill (quindicesimo), oppure gli sci che il campione altoatesino aveva ai piedi non erano proprio dei fulmini di guerra. Peccato perché stavolta, oltre a Innerhofer, anche Paris e Fill erano da podio. Ma Dominik è stato appiedato per i noti problemi al polpaccio sinistro e Peter, che è in una forma smagliante, è sceso nelle peggiori condizioni atmosferiche possibili. Fortissimo invece è andato, come quasi mai in vita sua, il ventinovenne cadorino Silvano Varettoni che ha pennellato la Carcentina e ha chiuso al nono posto. Certo, anche lui alla pari del francese Guillermo Fayed, settimo con il pettorale numero 46, ha approfittato di una pista velocizzata dal sole. Però, anche se non lo dice per scaramanzia, un pensierino a Sochi anche lui l’ha fatto.

Aksel Lund Svindal entra così a buon diritto nell’albo d’oro della Stelvio dopo campioni del calibro di Michael Walchhofer, vincitore tre volte a Bormio, di Didier Defago oggi ottimo settimo, Bode Miller oltre a Hermann Maier, Luc Alphand, Lasse Kjus. Bormio Ski infatti gli ha dedicato una cabina personalizzata, come si usa fare anche sulla celebre Streif di Kitzbühel.

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