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Domenica 29 dicembre: lo spettacolo della discesa di Bormio

BORMIO (SONDRIO), 16 OTTOBRE 2013 – Nell’inverno scorso ha trionfato quel fantastico discesista che  è Dominik Paris, ventiquattro anni, vicecampione del mondo a Schladming 2013, eccentrico e divertente ragazzo altoatesino, sempre con la chitarra in mano, di una valle, la Val d’Ultimo, che di nome, e non di fatto, fa a pugni con le enormi qualità dell’asso azzurro considerato da tutti l’erede naturale di Cristian Ghedina nella specialità più veloce sugli sci e nostro autentico punto di forza, assieme a Christof Innerhofer, per le prossime Olimpiadi di Sochi in Russia.

La passata edizione della discesa di Bormio è stata in effetti una delle gare più straordinarie ed emozionanti di tutta la Coppa del Mondo 2012-2013. Non fosse altro per l’eccezionalità dell’ordine d’arrivo con Dominik Paris che ha diviso il primo posto sul podio di ghiaccio valtellinese con l’austriaco Hannes Reichelt dopo che entrambi avevano ottenuto lo stesso tempo e battuto il norvegese Aksel Svindal, vincitore della Coppa del Mondo di specialità, per un solo centesimo di secondo e Klaus Kroell per appena due.

Quest’anno il tradizionale appuntamento del 29 dicembre sulla fantastica Stelvio cadrà poi di domenica e quindi gli organizzatori di Bormio 2013 si attendono un’affluenza da tutte le Alpi ancora più numerosa e particolare di tifosi che affolleranno le tribune del traguardo che sorgono nel cuore del paese come non succede in nessun’altra parte del pianeta. Così come non c’è in tutta la Coppa del Mondo una partenza di una gara di discesa libera maschile dalla quale, buttando lo sguardo a valle, senza l’uso del binocolo o del cannocchiale, si può tranquillamente vedere la zona d’arrivo.

Eppure la magnifica pista di Bormio è una scarica “di adrenalina pura”, come ebbe a definirla quel mattacchione a stelle e strisce di Daron Rhalves, che qui ha vinto nel 2002, che ti scorre nelle vene per più o meno due lunghissimi minuti, entrando e uscendo dal bosco, infilando il canalino Sertorelli e quindi di traverso la Carcentina. Saltando, volando e trattenendo il fiato per uno spettacolo assolutamente da non perdere a cavallo tra l’anno vecchio e il nuovo.

di Claudio Pea

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