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Lele Cola: «La discesa di Bormio? È patrimonio di tutti»

Il vicepresidente della Comunità montana Alta Valtellina parte all’attacco e critica la Camera di Commercio di Sondrio

Per anni è stato una delle principali menti organizzatrici della Coppa del Mondo di sci alpino sulla mitica Stelvio di Bormio: l’uomo a cui tutti si rivolgevano quando c’era un problema da risolvere. Oggi, Lele Cola ha cambiato fronte, è vicepresidente e assessore al turismo della Comunità montana Alta Valtellina. Lo abbiamo incontrato nel suo ufficio in via Roma.

Assessore Cola, come vede la discesa libera nella sua nuova veste istituzionale?

Bene. Bormio ha sempre risposto in modo egregio, sotto il profilo organizzativo, alle richieste della Federazione internazionale. E oggi, nella mia nuova veste istituzionale, apprezzo ancor di più questo sforzo perché, oltre a trasmettere un’immagine positiva sotto l’aspetto tecnico, la gara fa emergere una positività d’espressione da parte degli operatori economici, delle istituzioni, del territorio, della Società Impianti, dei tecnici, dei volontari che lavorano in pista…

Cosa seconda lei andrebbe migliorato?

Mah, io sono convinto che la discesa sia una “gara di tutti”, non solo di Bormio, non solo del comitato organizzatore. Sotto questo profilo è già stato fatto un grosso passo avanti. Ho letto per esempio che oltre cento operatori hanno contribuito alla riuscita dell’evento sportivo con il loro sostegno finanziario. E questo fa piacere, perché è una risposta importante. Spiace per chi non c’è. E forse, ecco, è su questo che dovremmo lavorare.

A chi si riferisce?

Alla Camera di Commercio di Sondrio.

Fa poco?

No, è latitante. Ed è un peccato, perché un’istituzione seria come la Camera di Commercio, che conosce bene i problemi e le potenzialità del turismo, dovrebbe far molto per l’Alta Valle. E dovrebbe capire che eventi come la discesa libera ci permettono di mantenere una luce accesa sul nostro territorio. Lo hanno capito gli oltre cento operatori che si sono spesi per la riuscita dell’evento e che sono espressione della stessa Camera di Commercio. E, quindi, a maggior ragione, se ci sono loro non si capisce perché non ci sia la Camera di Commercio. Ma c’è di più. Di recente, con DMO, è stata istituita una struttura tecnica e non politica come “Valtellina è eventi”, che dovrebbe comunicare e valorizzare il turismo valtellinese, e invece niente, assente anche lei…

C’è tuttavia chi obietta che la discesa non ha ritorni in termini economici…

Può darsi, non lo so, non ci sono controprove. Ma di sicuro, se non ci fosse la discesa, saremmo messi molto peggio. Perché questa manifestazione ha permesso di rinnovare gli impianti, di modernizzare le strutture, di farci conoscere… È stata insomma uno stimolo, tanto più importante oggi che sul turismo si affacciano i mercati emergenti dell’est europeo e dell’Asia…

Però è anche vero che stiamo attraversando un periodo economicamente molto difficile che grava sul turismo e lo sport…

Certo. Mi rendo conto che il contesto non è facile. Anzi! Ma non è fermandoci o arretrando che possiamo pensare di risolvere i problemi del turismo. Semmai dobbiamo andare avanti, sfruttare meglio le potenzialità di questo straordinario territorio… Quando si parla di turismo in Valtellina, non si può fare a meno di condividere obiettivi e strategie con l’Alta Valle…

In che modo?

Oggi non ci sono alternative, se vogliamo essere all’altezza delle sfide del momento, dobbiamo lavorare assieme, fare sistema, uscire come comprensorio: con una proposta unica, un’immagine unica, un unico brand, un’unica tessera per gli sciatori… E soprattutto dobbiamo organizzarci con una struttura di marketing e accoglienza unica. Il turista che viene in Valtellina deve sentirsi libero di muoversi senza essere costretto a districarsi fra mille confini o limiti. Gli operatori questo lo hanno capito. Ma devono essere sostenuti…

A quali mercati in particolare occorre guardare?

Be’, anzitutto la Lombardia e il Nord Italia: sono i nostri mercati naturali. E poi certamente i turisti internazionali. Però non basta incrementare i numeri, le presenze, che pure certo sono importanti. Ma soprattutto abbiamo bisogno di far crescere i margini, perché sono quelli che permettono poi alle strutture di reinvestire, creare economia, creare lavoro sul territorio. E i margini si fanno crescere con un’offerta di qualità.

Il futuro quindi lo vede positivo?

Sì. Nel mondo della globalizzazione dove tutto viene copiato o trasformato in modo artefatto, noi abbiamo qualcosa che nessuno ci può imitare: abbiamo la bellezza delle nostre montagne, il Parco Nazionale dello Stelvio, le terme… Abbiamo passi che tutti ci invidiano come lo Stelvio, il Gavia e il Mortirolo, abbiamo un’eccezionale tradizione enogastronomica… Qui ci sono risorse incredibili. Noi abbiamo il dovere morale di valorizzarle. Tutti insieme, ciascuno facendo la sua parte e assumendosi le sue responsabilità. Con rinnovato entusiasmo.

Beppe Gallo
Ufficio Stampa @ Bormio AUDI FIS Alpine Ski World Cup

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